Il progetto In Femmina Veste si propone di indagare sul Carattere Femminile, dove per carattere si intende archetipo in stretta opposizione con il più conosciuto termine stereotipo. L'archetipo in questa indagine viene, inoltre, preso a significare ancestrale. Ecco, quindi, che la riflessione si sposta dal concetto imminente di donna, che si definisce come essere umano di genere femminile, a quello di forza femminile in contrasto e allo stesso tempo in necessaria osmosi con quella maschile. L'esistenza e la reciprocità di queste forze si determina come l'idea perpetuata da diverse tradizioni popolari che affermano l'esistenza e la fondamentale indissolubilità degli opposti a fondamento dell'armonia e della pace di ogni forma di vita. Mutuando questa filosofia possiamo, forse, dire che ogni essere umano si genera e si compone dall'incontro della forza femminile e di quella maschile. E che uomo e donna, quindi, ne sono potenziali conoscitori e garanti. Portare la gonna richiede lo stesso addestramento comportamentale che serve per indossare i pantaloni. I passi e le gestualità utili, ma soprattutto permessi, dalla vestibilità di questi abiti devono essere appresi tanto dalla donna come dall'uomo. In Femmina Veste suona, dunque, come una formula che vuol fare un po' il verso alla più vecchia e famosa portare i pantaloni. Nell'Islam la roteante danza dei dervisci vestiti con lunghe vesti è equivalente alla lettura di libri che espongono i misteri del tempo antico. La veste può essere vista anche come tempio in cui risiede la Forza Madre. Una Madre che si fa carico dell'eredità e della sopravvivenza della sua specie offrendo riposo e protezione sotto le sue falde. Ma allo stesso tempo pericolosa e mortale quando fa roteare queste stesse falde producendo vortici capaci di capovolgere e distruggere in un continuo ciclo di rigenerazione.
Maestre Ospiti:
Solo Dhiedou
Atmananda Giri
Claudia Contin Arlecchino
Desirè Chierico
Maria Elena Redondo Himenez
Ana Auxliadora Estrela
Shirley Djukurna Krenak