Una spiaggia simbolica, sulla quale gli alberi sono tre tamburi brasiliani Atabaques, i ruscelli sono foglie di Agave africano infilati in fresche brocche d’argilla, le conchiglie sono file di campanelli per le danze dell’India Meridionale, il mare è il fruscio di un bastone della pioggia australiano e il vento è lo sventolare di lunghi drappi indonesiani bianchi, simboli orientali della purezza del viaggio verso l’al-di-là. Una spiaggia archetipica, che si affaccia su ogni possibile mare del mondo, su ogni oceano, su ogni “finisterre” della nostra memoria. Immaginate la spiaggia di una “Itaca Universale”: la strada del ritorno a casa, da qualunque luogo e da qualunque tempo. Questo è l’ambiente in cui la storia ha inizio... Su questa spiaggia affollata di ricordi, di strumenti e di richiami, due Maschere viaggianti della Commedia dell’Arte – la servetta Riciulina e il vagabondo Zane de Qua – raccontano reciprocamente le loro storie: Lei quella di Lui e Lui quella di Lei. Una vera e propria “Odissea amplificata”, che travalica i confini mediterranei dei suoi predecessori, attraversa le antiche “Colonne d’Ercole”, e si perde nel grande Oceano della fantasia: "L’Oceano di tutti gli Oceani" pensa Zane "che puol esser fatto de acqua, de foco, de aria, de terra, de foglie, de tutto!" L’Oceano metaforico della ricerca delle proprie origini. E così, il nostro Zane-Odisseo si perde allegramente e comicamente nella sua ricerca, inseguito da una cocciutissima Penelope-Riciulina che non vuole proprio saperne di restarsene a casa ad aspettare il ritorno della sua vagabonda anima gemella. Per poter davvero inseguire il suo instabile Zane Odisseo, Riciulina deve emanciparsi dalla sua figura di fedele sposa-promessa, e deve persino anticipare gli approdi dell’innamorato, facendosi di volta in volta riconoscere come icona di tutte le fantasie della sua ricerca: ora Circe, ora Pandora, ora Proserpina, ora Sirena, ora Orca Marina o affascinante Mostro Femmineo dell’Oceano, ora Iemanjá dea del Mare, ora Oxum dea dell’acqua dolce con tutti i nomi più disparati che le riservano le culture animiste d’oltre Oceano. Riciulina si presta volentieri a questi trasformismi, come una brava infermiera dell’inconscio, che desidera sopra ogni cosa recuperare la salute mentale – o meglio la “salute comica” – del proprio adorato Zane. E nel far questo lei si diverte come una matta! E come sempre succede alle donne di buon carattere allegro, divertendosi, s’innamora sempre di più del suo comico Zane.